Egli sa che il bilancio della conoscenza non può essere mai stabilito una volta per tutte, che non esiste scienza definitiva, e che è proibito trarre delle conclusioni definitive. Questa conoscenza negativa è la base di ogni forma di intellettualismo. Per chiunque consideri le cose dal punto di vista dell'intelletto, arrivare a delle conclusioni costituisce l'unico crimine, un crimine definitivo, peraltro, che costituisce una messa al bando... Flaubert, che fu ossessionato, perseguitato dall'apparizione in tutte le pieghe della vita della stupidità dai mille volti, non ha forse dato di quest'ultima una definizione filosofica, che ne coglie tutte le sfaccettature: «La stupidità consiste nel voler trarre delle conclusioni»?
L'intellettuale ha dunque come suo contrario tutto ciò che ha un'opinione sociale, religiosa, politica o filosofica, tutto ciò che ha un'opinione. Avere un'opinione significa avere un interesse a credere in qualche cosa... Comprendere si oppone dunque a credere, in quanto credere significa volere, e ogni intellettuale che si rispetti ha come suo contrario chiunque sia un credente.