Maurizio Ferraris, Il mondo esterno, 2001

Poniamo che uno scienziato riesca a dimostrare che non esiste la libertà giacché le particelle elementari si muovono in modo necessario. È certamente una grande scoperta, gli danno il Nobel, ma devono anche toglierglielo: se la libertà non esiste, non se lo meritava. Poniamo ora che un altro scienziato riesca a dimostrare che, invece, esiste la libertà giacché le particelle elementari si muovono in modo casuale. La scoperta è ancora più grande, gli danno il Nobel, ma devono anche toglierglielo: la scoperta è stata casuale, non se lo meritava. La sola via per cavarsela è sostenere che l'oggetto della scoperta, sia esso la necessità o la libertà, non interferisce direttamente sullo scopritore, o meglio, agisce per vie talmente tortuose da risultare imperscrutabili. Tuttavia l'argomento vale per la necessità e non per la libertà, e così il teorico della necessità apparirebbe come un mezzo impostore, e quello del caso come un miracolato.