John Cheever, Il nuotatore, 1964
Sarebbe potuto tornare indietro, a casa dei Westerhazy, dove Lucinda doveva essere ancora distesa al sole. Non aveva firmato niente, non aveva giurato niente, non aveva sottoscritto impegni con nessuno, nemmeno con se stesso. E perché, allora, pur convinto com’era che tutto l’orgoglio umano doveva essere subordinato al buonsenso, non era capace di voltarsi e di tornare indietro? Perché era così deciso a portare a termine il suo viaggio, anche se ciò poteva mettere a repentaglio la sua stessa vita? Quand’era successo che quel gioco, quello scherzo, quell’esibizione erano divenuti una cosa seria? Non poteva tornare indietro, e non riusciva nemmeno a ricordare chiaramente l’acqua verde della piscina dei Westerhazy, la sensazione che aveva provato di respirare le componenti di quella giornata, le voci rilassate degli amici che dicevano di aver bevuto troppo. Nello spazio di un’ora, più o meno, aveva percorso una distanza che rendeva impossibile il suo ritorno.