W.G. Sebald, Gli anelli di Saturno, 1995

Come accade in questo continuo processo dove si mangia e si viene mangiati, anche per Thomas Browne nulla è destinato a durare. Su ogni nuova forma già si allunga l’ombra della distruzione. La storia di ogni singolo individuo, di ogni collettività e del mondo intero non descrive infatti un arco sempre più ampio e sempre più bello, bensì una traiettoria che, dopo aver toccato lo zenit, volge alle tenebre. Per Browne questa sua scienza, che prevede la scomparsa nell’oscurità, è inseparabilmente legata alla fede nella Resurrezione, fede secondo cui quel giorno, quando – come a teatro – gli ultimi rovesciamenti di scena si saranno compiuti, gli attori si presenteranno ancora una volta tutti sulla ribalta, to complete and make up the catastrophe of this great piece.