Albert Camus, L'uomo in rivolta, 1951
La rivolta metafisica presuppone infatti una visione semplificata della creazione, che i greci non potevano avere. Non c’erano per loro da una parte gli dèi, e dall’altra gli uomini, ma diversi gradi che conducevano dagli ultimi ai primi. L’idea di un’innocenza opposta alla colpevolezza, la visione di una storia riassumentesi tutta nella lotta tra il bene e il male, erano loro estranei. Nel loro universo, vi sono più errori che delitti, solo delitto definitivo essendo la dismisura. In un mondo totalmente storico quale minaccia di essere il nostro, non ci sono più errori, al contrario, ci sono soltanto delitti, primo dei quali la misura. Si spiega così lo strano misto di ferocia e d’indulgenza che spira dal mito greco.