Pajtim Statovci, Le transizioni, 2016
Quello che non avrei ancora capito, e che Tanja ignora del tutto, è la natura del desiderio. quel torpore che ti prende una volta esaudito. Raggiungere quel che vuoi è come dormire in una stanza priva di finestre o trovarsi al centro di una città straniera, frustrato dal trionfo. Ottenere quello per cui hai dato tutto, essere diventato un avvocato o uno scrittore, o una donna, fino a toccare la corona d'argento del desiderio - e quel momento, quando tutto si avvera, e il tuo volto è scoperto e il tuo corpo disteso supino come un cadavere in decomposizione che contiene tutta la gioia del mondo, la felicità infinita che scaturisce dal raggiungimento di un desiderio, l'eco di un sogno, il profumo come di lenzuola appena cambiate. E poi arriva il peggio, quando niente è come te lo aspettavi, quando capisci di avere vissuto una menzogna, raccontandoti una storia, e ti chiedi incredulo come hai potuto pensare di volere una cosa simile, come hai fatto a piangere tante volte per questo, come hai potuto sentire così acutamente l'invidia, come lame di rasoio tra le costole, avvertendone l'odore come uno scarico di gasolio bruciato - e lo sgomento quando ti rendi conto che non ti aspettavi tutta quella pena, quando invece era la felicità che ti aspettavi: e la sensazione, quando torni a casa e spegni dietro di te tutte le luci e chiudi tutte le tende e non senti più il battito del tuo cuore, la sensazione che potresti dare via tutto per tornare all'inizio, per rivivere l'inizio della tua storia.