Uwe Johnson, Congetture su Jakob, 1959

Non riesco a immaginarlo: ripeté in silenzio Jakob, tra sé e sé, divertito come se avesse pensato tra sé e sé: la “Libertà” è più che altro il concetto di qualche cosa che manca, in questo senso: che non c'è. Uno, quando viene al mondo, quando parla di se stesso dice Io, e questo per lui è ciò che conta di più, ma si ritrova anche insieme con molti altri che sono venuti al mondo prima di lui, deve fare i conti con loro, per quanta importanza si dia; e nessuno è tanto libero da riuscire a eliminare le leggi della fisica per la sua persona. In quanto essere vivente, in quanto sono un essere sociale e naturale (io sono un...), tutto è ampiamente prestabilito. E questa è certo una concezione del mondo dal punto di vista Io, «ma questo Io non è inteso come libertà, fintanto che si pensa che l'uomo (i nostri uomini, le masse), come la guida dello stato, è determinabile secondo una schema elementare di causalità», e quindi avrebbe potuto parlare anche della situazione dell'economia agricola.