No, neppure la domanda io avevo saputo fare. Tuttavia la risposta mi si era imposta fin dalla nascita. Era stato a causa della risposta continua che io, in percorso inverso, ero stata costretta a cercare a quale domanda la risposta corrispondeva. Mi ero allora perduta in un labirinto di domande, e facevo domande a casaccio sperando che almeno una per combinazione corrispondesse a quella della risposta, e che io a quel punto potessi capire la verità.
Ma io ero come una persona che, essendo nata cieca e non avendo accanto a sé nessuno in possesso della vista, una persona che non avesse avuto la possibilità di fare domande a proposito della vista: non avrebbe perciò saputo dell'esistenza del vedere. Ma, dato che la vista esisteva effettivamente, sebbene quella persona di per sé non lo sapesse e non ne avesse mai sentito parlare, quella persona se ne sarebbe rimasta lì ferma, inquieta, vigile senza poter domandare su ciò di cui non sapeva l'esistenza - lei avrebbe sentito la mancanza di ciò che avrebbe dovuto essere suo.