Raramente mi piacciono i maschi, visto che vincono sempre, la prosopopea del saper fare e saper dire. Una noia preventiva, l'incognita di essere appollaiata in un gioco di seduzione. Mi piace invece guardare con ammirazione le femmine, belle e brutte, i loro stomaci contratti per sembrare più magre, il velo di rughe che copre loro gli occhi prestissimo a forza di dovere fare sempre i conti con l'inferiorità di protocollo o con i mezzucci sempiterni del bamboleggiare, dell'istupidirsi, dell'avvilirsi per essere accettate.