Sara Gamberini, Maestoso è l'abbandono, 2018
Una sera una donna ci ha chiesto se poteva sedersi accanto a noi, aveva bisogno di stare vicino a qualcuno. La donna parlava da sola, sembrava una persona impazzita da poco, una che stava impazzendo per la prima volta in quei giorni. Il volto non era ancora stravolto dai dubbi, i discorsi erano lineari e persecutori ma il delirio era illuminato da una piccola certezza, da un contatto privilegiato con tutto, ancora privo di angoscia. Inconfondibili, nei suoi occhi, alcuni sprazzi di speranza. Diceva che stare nella nostra città era diventato difficile ma che per il momento non ci potevamo muovere da lì. Ha percepito qualcosa, me lo ha indicato, per contrastare quella forza sarebbe arrivato a breve un uomo, una specie di uomo, ha aggiunto. Poi si è alzato il vento, finalmente il vento, ha detto, vedi? Questo è un segnale.