Jonathan Franzen, Libertà, 2010

Per fare un investimento assennato ci sarebbe voluta una persona più ambiziosa, ma dato che non era quel tipo di persona, Gene non vedeva l'ora di commettere il suo errore una volta per tutte, di dilapidare il gruzzolo e cominciare a dimenticarsi quanti soldi aveva speso, dimenticarsene letteralmente, per poi ricordare una somma più simile a quella che aveva comunicato a Dorothy. Esiste una specie di felicità nell'infelicità, dopotutto, se si tratta dell'infelicità giusta. Gene non doveva più temere una grossa delusione nel futuro, perché l'aveva già ricevuta; aveva superato quell'ostacolo, aveva fatto di sé un'eterna vittima del mondo.