Juan Carlos Onetti, Il cantiere, 1961

L’unica cosa che rimane da fare è esattamente quello: qualsiasi cosa, fare una cosa dopo l’altra, senza interesse, senza scopo, come se un altro (o meglio altri, un padrone per ogni azione) pagasse qualcuno per farle e questo qualcuno si limitasse ad eseguirle nel miglior modo possibile, senza preoccuparsi del risultato finale di ciò che si fa. Una cosa e un’altra e un’altra ancora, estranee, senza che importi che riescano bene o male, senza che importi cosa vogliono dire. È sempre stato così; meglio questo che toccare ferro o farsi benedire; quando la disgrazia capisce di essere inutile, comincia a seccarsi, si stacca e cade.