Per convincerci che l’intenzionalità cooperativa è unicamente umana, l’autore cita la sclera dei nostri occhi: mentre tutte le oltre duecento specie di primati attuali hanno occhi scuri e sclera appena visibile, noi umani abbiamo una sclera tre volte più grande, una caratteristica che ci consente di seguire facilmente la direzione dello sguardo di un consimile. Uno scimpanzé segue lo sguardo di una persona grazie al movimento del suo capo, anche se la persona osservata tiene gli occhi chiusi, un bambino, invece, ne segue gli occhi anche se il soggetto non muove il capo.