Virginia Woolf, Al faro, 1927

E poi oltre il colore c’era la forma. Quando guardava, vedeva tutto in modo chiaro, netto; ma quando prendeva in mano il pennello, le cose cambiavano. Nel battito d’ala tra la visione e il quadro si impadronivano di lei demoni che spesso la portavano alle lacrime e rendevano il passaggio dal concepimento all’opera tremendo, com’è tremendo per un bambino un corridoio scuro. Così si sentiva a volte - in lotta contro il rischio terrificante di perdersi d’animo. Doveva dirsi: «Ma questo è quello che vedo, quello che vedo è questo», e tenersi stretto al cuore un patetico resto di visione, che mille forze cercavano di strapparle.