Iris Murdoch, conversazione con Bryan Magee, 28 ottobre 1977

La grande arte ha un effetto positivo sulle persone proprio perché non è fantasia, ma immaginazione. Spezza la presa della nostra noiosa fantasia quotidiana e ci incita a fare uno sforzo per arrivare alla vera visione. Per la maggior parte del tempo non riusciamo nemmeno a vedere il vasto e grande mondo reale perché siamo accecati da ossessioni, ansietà, invidia, risentimento e paura. Ci creiamo un piccolo mondo privato in cui rimaniamo chiusi. La grande arte è liberatrice, ci rende capaci di vedere ciò che è altro da noi e di trarne piacere. [...]
L'idea di Tolstoj che l'arte sia religiosa è perfetta in questo contesto. Come ho detto, qualsiasi artista serio percepisce la distanza tra sé e qualcosa di altro da sé nei confronti del quale si sente umile, poiché sa che si tratta di qualcosa di molto più dettagliato e meraviglioso e orribile e sorprendente di qualsiasi cosa egli riuscirà mai a esprimere.