Stanisław Lem, La Voce del Padrone, 1968

La matematica, dal canto suo, rappresenta un distacco troppo drastico. È la rottura dei legami non solo locali; di limitazioni divenute modelli di cadute e virtù; è il risultato della ricerca di una libertà dispensata da ogni tangibile verifica. È l'attività di costruttori desiderosi che il mondo non possa mai e in nessun modo turbare la loro opera, per cui con la matematica non si può dire nulla del mondo: viene detta pura precisamente perché è depurata dei depositi materiali, e questa sua assoluta purezza è la sua immortalità. Proprio per questo, tuttavia, essa è arbitraria, giacché generatrice di quanti mondi si vuole, purché non contraddittori. Tra l'infinita moltitudine delle possibili matematiche ne abbiamo scelta una: l'ha deciso per noi la nostra storia, con le sue uniche e irreversibili peripezie.