David Grossman, Vedi alla voce: amore, 1986

Atomi di verità indivisibile. Verità cristallina e ultima. E Bruno la cercava dappertutto: nella gente che incontrava, nei frammenti di discorsi portati dal vento fino ai suoi orecchi, nelle combinazioni fortuite, in se stesso; in ogni libro che leggeva provava a cercare la frase unica, perlacea, che aveva mosso lo scrittore a intraprendere quel suo viaggio di centinaia di pagine. Il morso di quella verità nella sua carne. Nella maggior parte dei libri quella frase non c'era affatto. Nei libri geniali se ne trovavano a volte due e anche tre. Bruno le copiava nel suo quaderno: gli era chiaro che in tal modo raccoglieva, con grandi sforzi e diligenza, i frammenti delle prove concrete, dai quali avrebbe potuto un giorno ricostruire il mosaico primo. La verità. E quando tornava a leggere, a volte, quelle frasi, non sempre avrebbe potuto dire chi le aveva scritte; a volte gli pareva che una certa frase l'avesse creata lui stesso, e poi si accorgeva di aver sbagliato. Tanto si assomigliavano tutte, né c'è da meravigliarsene, si diceva: dalla medesima fonte sono sgorgate e venute qui tutte.