Joyce Carol Oates, 8 peccati capitali, 1994

Forse il lettore ideale è un adolescente: irrequieto, vulnerabile, appassionato, affamato di sapere, di volta in volta scettico e ingenuo, fiducioso nel potere dell'immaginazione di cambiare, se non la stessa vita, la nostra comprensione della vita. Quanto più rimaniamo adolescenti, tanto più rimaniamo dei lettori ideali, per i quali l'atto di aprire un libro può essere un atto sacro, carico di rischi psichici. Per un simile lettore ogni opera di una certa importanza significa assimilare una voce nuova - dell'uomo del sottosuolo di Dostoevskij, o di Zarathustra di Nietzsche - e mutare continuamente il proprio mondo interiore.