Witold Gombrowicz, Ferdydurke, 1938

E soprattutto c’era qualcosa che mi accompagnava continuamente non allontanandosi mai neanche di un passo, qualcosa che avrei potuto chiamare la consapevolezza inframolecolare di uno scherno interiore, di un intimo dileggio fra le capricciose parti del mio corpo e le corrispondenti parti della mia anima.