Jim Baggott, Origini, 2015

Grazie all'uso del linguaggio e all'impegno dei circuiti neurali implicati nel cervello sociale, i primi esseri umani moderni sono in grado di costruire comunità più ampie. Adesso il limite delle loro dimensioni è determinato solo dalle capacità neurali dei membri. Sulla base di estrapolazioni a partire da relazioni tra le dimensioni dei gruppi sociali e il rapporto tra lobi frontali e dimensioni del cervello sottocorticale nelle antropomorfe, Dunbar stima che in natura le dimensioni massime del gruppo, per gli esseri umani moderni, sia di circa 150 individui. Questo è a volte indicato come “numero di Dunbar”.
Noi oggi naturalmente viviamo in comunità molto più numerose, addirittura in città con milioni di abitanti. Ma non è in questo senso che Dunbar usa il concetto di “comunità”: possiamo benissimo vivere e lavorare in mezzo a un gran numero di persone; ma quante ne conosciamo davvero (e quante ci stanno a cuore)? Quante persone consideriamo parte della nostra famiglia e della nostra cerchia di amicizie (compresi gli amici di Facebook)? E quante di queste sono mere conoscenze, con le quali non abbiamo alcuna autentica relazione? Nei loro studi, gli scienziati hanno spaziato su una gamma molto ampia di comunità diverse - antiche e moderne: continua a emergere il numero 150.