Olga Tokarczuk, Guida il tuo carro sulle ossa dei morti, 2009

A volte mi capitava di entrare in chiesa e di stare seduta in pace con le persone. Mi è sempre piaciuto il fatto che le persone stanno insieme e non sono obbligate a parlarsi. Se potessero chiacchierare, comincerebbero subito a raccontarsi scemenze, pettegolezzi, comincerebbero a inventare e a darsi un tono. Così invece se ne stanno sedute nelle file, ciascuna immersa nei propri pensieri, rivedono nella mente le cose appena accadute, e immaginano che cosa accadrà ancora di lì a poco. In questa maniera controllano la propria vita. Come tutti, mi sedevo su una panca e piombavo in una sorta di dormiveglia. Pensavo pigramente, come se i pensieri mi arrivassero dal di fuori, dalle teste delle altre persone, o forse dalle teste di legno degli angeli posti lì vicino. Mi veniva sempre in mente qualcosa di nuovo, di diverso da come mi sarebbe venuto a casa. In questo senso la chiesa è un buon posto.