Heinrich Mann, L'odio, 1933

Ricordiamo ancora tutti gli anni Novanta come un periodo di grande chiarezza intellettuale. Non ci si dava la disonorevole pena di sostenere l’insostenibile. Si sapeva che ogni azione era in fondo immorale e quindi si disprezzavano in particolar modo i politici. Con la mente e con il cuore si sposava la causa di chi soffriva. Georg Hauptmann, il poeta che salì alla ribalta in quel periodo, doveva il meglio del suo talento alla capacità di compatire.