Richard Tull si svegliò alle sei, come al solito. Non aveva bisogno della sveglia né dell'allarme acustico. Era già allarmatissimo. Si sentiva stanco, e non solo a corto di sonno. C'era sì una stanchezza circoscritta, il tipo di stanchezza che il sonno può alleviare; ma più su, sopra questa stanchezza, e anche sotto, c'era qualcos'altro. Una stanchezza immensa, che di circoscritto non aveva nulla. Ed era la stanchezza del tempo vissuto, giorno dopo giorno. La stanchezza della gravità, una gravità che cerca di risucchiarti verso il centro della terra. Questa stanchezza immensa era lì per restare; e per diventare più pesante. Nessun sonnellino, nessun cicchetto avrebbe mai potuto alleviarla.