Giulio Mozzi, La felicità terrena, 1996
La Tilli aveva sempre parlato poco, agito poco. Credo che avesse sempre fatto tutto quello che le veniva detto di fare. Ma anche se si decide di vivere nell’obbedienza completa rimane una quota ineliminabile di libertà, grazie alla quale si può compiere il male. Non è sufficiente comportarsi come si deve, frequentare la scuola alla quale si è mandati, scegliere il mestiere per il quale si è studiato, tenersi in relazione con tutte e sole le persone con le quali si deve essere in relazione: non basta mai perché c’è sempre un momento, anche un solo mezzo minuto, magari a letto prima di addormentarsi, nel quale si è sollevati da qualunque obbligo. In quel momento c’è la libertà, si può fare il male.