María Zambrano, “Sur”, novembre-dicembre 1969

L'attitudine filosofica è quanto di più simile ci sia a un congedo, alla partenza del figliol prodigo dalla casa del Padre: dalla tradizione ricevuta, dagli dèi incontrati, dalla familiarità e perfino dal mero commercio con le cose, così come questo si è venuto consolidando con l'abitudine. Più che a ogni altra cosa, essa fa pensare a un rigetto di tutto ciò che si era ricevuto non meno radicale di quello che mostrano certe luminose vocazioni religiose, che molto possiederebbero di demoniaco agli occhi del mondo se il mondo fosse capace di accorgersi di loro nel momento in cui si producono piuttosto che dopo, quando ormai sono storia.