Benedetta Craveri, Amanti e regine, 2005
Nonostante ciò, Luigi rimase fedele alla moglie per sette lunghi anni: il timore di incorrere nel biasimo del cardinale Fleury, la paura del peccato, la forza dell'abitudine, il suo impaccio con le donne avevano avuto il sopravvento sul suo bisogno di evasione. Poi, nel 1733, l'inquietudine, la sensazione di sprecare gli anni della giovinezza ignorandone tutte le emozioni, il richiamo del piacere e, in primo luogo, la determinazione di Madame de Mailly lo indussero a osare. Malgrado esitazioni, rimorsi e pentimenti, non gli sarebbe più stato possibile tornare sui suoi passi. Nella speranza di un altro figlio maschio che venisse ad affiancare il delfino - il secondogenito era morto a soli tre anni - Luigi avrebbe continuato a visitare il letto coniugale, ma l'arrivo di altre tre bambine esaurì il suo senso del dovere. Quando, il 15 luglio 1737, gli dissero che gli era nata un'altra figlia e gli chiesero che nome volesse darle, il re rispose: «Madame la dernière». Una boutade che non lasciava presagire niente di buono per la regina.