Aldo Palazzeschi, Sorelle Materassi, 1934

Una volta finito a viva voce e a tutte braccia, e senza un pratico risultato, di chiamare a sé gli eventi, con la più grande disinvoltura gli eventi vennero avanti da sé. È una cosa che succede sempre. Nella nostra vita quotidiana si è spesso vittime di certi abbagli, sia come attori che come spettatori, è un’illusione dei sensi, della vista principalmente, e quando più siamo sicuri di essere noi a mandare la barca, proprio in quel momento ci accorgiamo (un momento terribile) che la barca ci fa andare, e dove vuole; ed è allora che ci affanniamo con ogni mezzo per mantenerci nella primitiva illusione e dimostrarlo a chi vede. Voi penserete certo che la giuntura sia delle più bislacche, giacché se possiamo mantenerci noi nell’illusione, ciò non accade per coloro che dalla riva ci stanno a guardare, i quali sempre meglio accorgendosi che la barca va da sé, se la ridono a crepapelle di tutto il nostro gestire e gridare. Macché! Da altro non essendo attratti che dallo strepito, atto solo a nascondere il reale movimento della barca, costoro vivono arcisicuri che siamo noi a mandarla, perfettamente. E al nostro mirabolante strepitare aggiungendo il loro, cento volte più grande, sfido l’oste ad accorgersi come stanno le cose. Soltanto quando la barca si ferma, e chi c’è sopra per il suo irragionevole annaspare non accorgendosene seguita imperterrito ad annaspare, allora tutti vedono, alla fine, che la barca camminava da sé: «Ah! Oh! Eh!».