Per quanto stuprino, uccidano o rubino, gli immigrati non superano mai, in quantità e qualità, il livello di violenza che gli aborigeni raggiungono fra loro. Però gli “stranieri” alimentano il timore irrazionale del diverso e dell'insicurezza acustica. Raramente l'immigrato ha avuto il tempo di distendere i suoi lineamenti grazie a una vita stabile: il suo sistema di segni non si adatta al codice egemonico, e all'interno di questo sistema di segni la lingua lo denuncia e trasmette insicurezza acustica. La peggiore insicurezza, quella che ci fa guardare i punti cardinali come se non fossero più quelli di sempre.