Pierre Bourdieu, “Liber”, ottobre 1989

Da dove le deriva questa straordinaria perspicacia, la stessa che, ad esempio, mentre ascolta una delle solite conversazioni fra uomini su argomenti così futilmente seri come le radici cubiche o quadrate, Voltaire e Madame de Staël, il carattere di Napoleone, il sistema francese di proprietà rurale etc., le consente di indovinare «i sentimenti e i pensieri di ciascuno»? Estranea ai giochi maschili e all'esaltazione ossessiva dell'io e delle sue pulsioni sociali che essi impongono, vede con naturalezza che le prese di posizione apparentemente più pure e più appassionate a favore o contro Walter Scott hanno spesso origine nel desiderio di «farsi valere», come in Tansley, altra incarnazione dell'egotismo maschile; «Egli cercava di farsi valere: una smania che l'avrebbe assillato fin quando non avesse preso la laurea o una moglie. Allora non avrebbe avuto più bisogno d'andar dicendo “Io, io, io”. Giacché tutto quel dispregio per il povero cavaliere Scott (o forse si trattava invece di Jane Austen) era solo un mezzo per ripetere: “Io, io, io”. A quel ragazzo premeva l'altrui considerazione: il tono della sua voce, il suo stesso nervosismo ne davano chiaro indizio alla signora Ramsay».