otros
Roberto Bolaño, intervista 2001
Enrico Remmert, Rossenotti, 1997
E se avessimo tutti i tasti? Ve lo immaginate? Poter schiacciare REWIND, riavvolgimento... e tornare indietro ai momenti più aguzzi della nostra vita... poi premere il taso di moviola e riviverli piano piano... oppure, ogni tanto, schiacciare STOP e fermarsi, fare una pausa, staccarsi da tutto. Non sarebbe meraviglioso?
Probabilmente no, siamo esseri umani. Se avessimo tutti questi tasti allora ne desidereremmo uno solo, il tasto PLAY, come in questa vita qua, il tasto PLAY, avanti inesorabilmente, con un tastino REWIND depotenziato, che si chiama memoria, e un tastino STOP depotenziato, che si chiama sonno... e sempre in attesa che chi ha premuto PLAY e ci ha iscritto a questo gioco, prema EJECT e ci richiami a sé.
Peter Godfrey-Smith, Altre menti, 2016
Ali Smith, L'una e l'altra, 2014
Albert Camus, L'uomo in rivolta, 1951
Louis-Ferdinand Céline, lettera a Paulhan, 1949
Marta Cai, Enti di ragione, 2019
Ursula Le Guin, I sogni si spiegano da soli, 1973
Flannery O’Connor, Rivelazione, 1964
Régis Jauffret, Microfictions 2018
«E allora cosa facciamo, Joël?»
«Ti assumo io».
Ho creduto che mi avesse trovato un posto alla concessionaria. In realtà mi proponeva di occupare una casetta isolata a trecento chilometri da casa nostra in cambio di un misero stipendio mensile. Non si trattava di lavorare né di rendersi utile, sarei stata remunerata semplicemente per non essere più lì. Ho rifiutato, ma Carole mi ha consigliato di accettare piuttosto che scontentarlo rischiando di finire vittima di un dramma coniugale. In Francia ogni tre giorni una donna muore per mano del proprio marito.
«Sarebbe un peccato se tu finissi nelle statistiche».
Iris Murdoch, Proceeding of the Aristotelian Society: Dreams and Self-Knowledge, 1956
Sara Gamberini, Maestoso è l'abbandono, 2018
Vitaliano Trevisan, Il delirio del particolare, 2017
cara signora
che un vero architetto non preferirà mai un albero
alla possibilità di costruire qualcosa
anche se
alla fine
avrà comunque l'impressione di aver sbagliato tutto
com'era appunto il suo caso
un tempo
In architettura non ci sono certezze
diceva
(rifiutando lo zucchero)
tutto è opinabile in architettura
e una volta finito il lavoro
il retrogusto è sempre amaro
Una specie di malinconia
diceva
ogni volta che torno sul luogo del delitto
è questo che provo
Paolo Zanotti, Trovate Ortensia!, 2001
Michel Rouche, La vita privata dall'Impero romano all'anno Mille, 1985
Dario Voltolini, intervista “Maltese”, dicembre 1996
Jacqueline Pascal, lettera, 23 giugno 1661
Maurizio Ferraris, intervista “Le parole e le cose”, 19 giugno 2017
Miklós Mészöly, La morte dell'atleta, 1966
Michel Serres, Il mancino zoppo, 2015
Annemarie Schwarzenbach, Gli amici di Bernhard, 1931
Marco Drago, La bohème, 2025
Jorge Wagensberg, “IX Antonio Ruberti Lecture”, 8 novembre 2010
Questa semplice strategia funziona se l'ambiente è sufficientemente ricco di sostanze nutritive. In caso contrario, per aumentare le probabilità di nutrirsi non c'è altra scelta che “inventare” la mobilità. Se una particella di cibo passa vicino, a meno che non sia troppo lontana, che non vada perduta! Ciò che è necessario è un movimento minimo ma finalizzato. Non un movimento qualunque, ma uno preciso affinché la particella non sfugga. Tuttavia se nessuna particella di cibo ci passa vicino, allora il movimento necessario diventa molto più drastico e sofisticato. In questo caso sono necessari non solo un buon metodo per orientarsi, ma anche un metodo per seguire le tracce del possibile pasto. Non si tratta più di avere un ultimo piccolo aiuto, ma di organizzare un'«uscita» con il fine ultimo di trovare il nutrimento. Il cervello è stato inventato per questo: per uscire di casa. E una delle sue caratteristiche, la memoria, per tornare indietro! Ha avuto inizio così, più di 500 milioni di anni fa, la corsa verso la conoscenza intelligibile, la strategia migliore per compensare i capricci dell'incertezza.
Carl Gustav Jung, Il segreto del fiore d'oro, 1929
L’uomo civilizzato si crede naturalmente mille miglia superiore a queste cose. Spesso invece egli si identifica per tutta la vita con i suoi genitori o con i suoi affetti e pregiudizi e accusa senza ritegno gli altri di ciò che non vuole riconoscere in sé stesso. Anch’egli dispone infatti di un residuo dell’inconsapevolezza originaria, cioè dell’indiscriminazione tra soggetto e oggetto.
Grazie a questa inconsapevolezza egli subisce l’influenza magica di un’infinità di uomini, cose e circostanze, è cioè influenzato incondizionatamente; poiché è posseduto da contenuti disturbanti quasi quanto il primitivo, necessita di altrettanti incantesimi apotropaici. Non si serve più di talismani, amuleti e sacrifici animali ma di tranquillanti, nevrosi, razionalismo, culto della volontà e così via.
Vincent Message, Cora nella spirale, 2019
Émile Zola, Teresa Raquin, prefazione alla seconda edizione, 1868
Paolo Maccari, Ballata di Memmo e del Biondo, 2025
Georges Simenon, L'uomo che guardava passare i treni, 1938
Si dice che mia figlia è intelligente perché non parla mai, ma se non parla è perché, ne sono convinto, non ha niente da dire. Per di più è presuntuosa, fierissima di mostrare alle amiche la bella casa in cui abita. Una volta ho colto la seguente conversazione:
«Che cosa fa tuo padre?»
«È direttore della ditta de Coster e soci...»
Il che è falso, capisce? Quanto al ragazzo, non ha nessuno dei difetti della sua età, perciò sono incline a pensare che non combinerà niente di buono nella vita.
Jack Kerouac, Sulla strada, 1957
Pierre Bourdieu, “Liber”, ottobre 1989
Paul Valéry, Corso al Collège de France, 1937
Yasmina Reza, Babilonia, 2016
Cixin Liu, nota, 28 dicembre 2012
Io ritengo che debba essere esattamente il contrario: dovremmo rivolgere la bontà che mostriamo nei confronti delle stelle ai nostri simili sulla Terra e costruire quei legami di fiducia e comprensione con i diversi popoli e civiltà che compongono l'umanità. Ma per quanto riguarda l'universo fuori dal sistema solare, dovremmo sempre stare in guardia ed essere pronti ad attribuire le intenzioni peggiori a quegli Altri che potrebbero esistere nel cosmo. Per una forma di vita fragile come la nostra, questo è senza dubbio l'atteggiamento più responsabile.
Gilda Policastro, Dritto in fondo, dopo il terminal 1, “Snaporaz”, 19 ottobre 2024
che scrivo versi
come se l’andare a capo
fosse un sedativo blando
o, al contrario, l’estremo sforzo al decollo
quando le luci si sono abbassate
come poi all’atterraggio ho pensato
alla morte come nelle poesie brutte
dove la metafora è espressa o
spiattellata con le parole che irritano
i romanzieri: clangore tonanti - e poi descrivono cieli e fiori
Philip Roth, Il teatro di Sabbath, 1995
“Politiken”, marzo 2018
Aldo Nove, Pulsar, 2024
L'infinito è una spiaggia calda su cui appoggiare i piedi e prendere confidenza con il mare. Anche se siamo solo gocce del mare che si sentono oceani, il mare ci riporta dentro un'altra dimensione, quella nostra, svuotata di nomi ed eventi, bruciato quello che è stato e permane, a brandelli tra anni, cugini, dischi a quarantacinque giri, alluvioni, lucertole, madri, sceneggiati televisivi, fino alla prossima era glaciale.
Alice Munro, Poteri, 2004
Non la turbava che gli altri uomini parlassero in quel modo - di solito riusciva a distogliere il pensiero - ma quando lo fece Ollie, sporgendosi sul tavolino instabile e sul piatto di legno che ospitava i minacciosi tranci di pesce, la invase un senso di tristezza.
Augusto Romano, “Tuttolibri”, 9 giugno 2012
Gertrude Stein, Autobiografia di tutti, 1937
Heinrich Mann, L'odio, 1933
Toni Morrison, Beloved, 1987
Javier Marías, Berta Isla, 2017
Ugo Cornia, Il mio amico Bill Clinton, 2025
Virginia Woolf, Il valore della risata, 1905
W.G. Sebald, Austerlitz, 2001
David Wallace-Wells, “New York Magazine”, settembre 2017
Mircea Cărtărescu, Solenoide, 2015
Charles Chaplin, La mia autobiografia, 1964
Poi, dal fondo del palcoscenico, all'estrema sinistra, la Duse entrò in scena sbucando da un archivolto, piano piano, quasi senza farsi notare. Si fermò dietro un cestello di crisantemi bianchi che troneggiava su un pianoforte a coda e, silenziosamente, cominciò a rimetterli a posto. Un mormorio percorse la platea, e la mia attenzione lasciò immediatamente il giovane attore per concentrarsi sulla Duse. Ella non guardò né il collega né alcuno degli altri personaggi, ma continuò silenziosamente a disporre i fiori nel cestello e ad aggiungerne altri che aveva portato con sé. Quand'ebbe finito attraversò diagonalmente il palcoscenico, sedette in una poltrona accanto al caminetto e guardò il fuoco. Solo una volta fissò il giovanotto, e quell'occhiata racchiudeva tutta la saggezza e il dolore della umanità. Poi continuò ad ascoltare e a scaldarsi le mani: quelle mani così belle, così sensibili.
Dopo il veemente discorso di lui, ella parlò pacatamente guardando il fuoco. Non c'era traccia d'istrionismo; la sua voce veniva dalle ceneri di una tragica passione. Non compresi una parola, ma mi resi conto di essere alla presenza della più grande attrice che avessi mai visto.
Clarice Lispector, La passione secondo G.H., 1964
Ma io ero come una persona che, essendo nata cieca e non avendo accanto a sé nessuno in possesso della vista, una persona che non avesse avuto la possibilità di fare domande a proposito della vista: non avrebbe perciò saputo dell'esistenza del vedere. Ma, dato che la vista esisteva effettivamente, sebbene quella persona di per sé non lo sapesse e non ne avesse mai sentito parlare, quella persona se ne sarebbe rimasta lì ferma, inquieta, vigile senza poter domandare su ciò di cui non sapeva l'esistenza - lei avrebbe sentito la mancanza di ciò che avrebbe dovuto essere suo.
Cristina Battocletti, Epigenetica, 2023
Edoardo Albinati, Velo pietoso, 2024
Non ascoltare neanche per un istante l'insensato e borioso slogan: “Sii te stesso”.
Franz Kafka, Otto quaderni in ottavo, 1917-1918
Louis Napoléon Geoffroy-Chateau, Napoléon et la conquête du monde. 1812-1832, 1836
Legge terribile, che uccide Alessandro, Raffaello, Pascal, Mozart e Byron prima dei trentanove anni! Legge terribile che arresta la parabola di ogni popolo, di ogni sogno, di ogni esigenza prima che sia giunta al culmine! In quanti hanno sospirato per le loro speranze infrante, supplicando il Cielo di esaudirle!
E se Napoleone Bonaparte, schiacciato da questa legge fatale, fosse stato malauguratamente sconfitto a Mosca, rovesciato a meno di quarantacinque anni, per andare a morire su di un'isola-prigione, in mezzo all'oceano, non sarebbe questa una cosa da far venire le lacrime agli occhi a chiunque si trovasse a leggere una storia del genere?
Emmanuel Carrère, Vite che non sono la mia, 2009
Matteo Marchesini, Teoria come critica: Franco Brioschi, “Snaporaz”, 11 marzo 2025
Pier Paolo Pasolini, Petrolio, 1975
Inès Cagnati, Genie la matta, 1976
Aldo Busi, Suicidi dovuti, 1996
Irmgard Keun, Dopo mezzanotte, 1937
Ottessa Moshfegh, McGlue, 2014
Giovanni Mariotti, Il Faraone Anguilla, 2024
Quarantaquattro anni è durato il suo regno; una lunga sospensione prima che l'Egitto andasse in rovina.
Nessuno si è accorto che si è trattato di uno dei periodi più belli, nella storia dell'Egitto.
I sacerdoti si lamentavano perché l'antica fede s'illanguidiva, gli artisti perché l'arte decadeva, i generali perché lo spirito guerriero sembrava morto, i nobili perché non c'era più nobiltà, i mercanti e i contadini perché le tasse erano troppo alte.
Ma fra un lamento e l'altro, fra alti e bassi, fra piccoli successi e piccoli fallimenti, la vita scorreva tranquilla nelle ventimila città.
Georges Didi-Huberman, Devant le temps, 2000
Thomas Bernhard, Ja, 1978
Gerard Basil Edwards, Il libro di Ebenezer Le Page, 1981
Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950
Milan Kundera, L'immortalità, 1990
Che nome dare all'atteggiamento del padre? Vigliaccheria? No. I vigliacchi temono per la loro vita e quindi per la vita sanno anche battersi furiosamente. Nobiltà? Di questa si sarebbe potuto parlare se avesse agito così per riguardo verso il prossimo. Ma Agnes non credeva in questa motivazione. Di che si trattava dunque? Non sapeva rispondere. Di una cosa sola era sempre stata sicura: su una nave che affonda e dove è necessario battersi con altra gente per poter salire sulle scialuppe di salvataggio, il padre sarebbe stato condannato a morte in partenza.
Sì, questo era certo. La domanda che ora si poneva era la seguente: suo padre provava odio per la gente sulla nave, così come lei lo aveva provato per la motociclista o per l'uomo che l'aveva derisa perché si copriva le orecchie? No, Agnes non riesce a immaginarsi suo padre capace di odiare. L'inganno dell'odio sta in questo, che ci lega al nostro avversario in uno stretto abbraccio. Qui sta l'oscenità della guerra: l'intimità del sangue reciprocamente mescolato, la lasciva vicinanza di due soldati che si trafiggono guardandosi negli occhi. Agnes era certa che proprio quell'intimità faceva ribrezzo al padre. La ressa sulla nave gli ripugnava a tal punto che preferiva annegare. Trovarsi a contatto fisico con uomini che cercano di spingersi via l'uno con l'altro e di mandarsi a morte a vicenda gli sembrava molto peggio che finire la vita da solo nella limpida purezza delle acque.
Ludwig Wittgenstein, Sull'etica, 1929
Niles Eldredge, conferenza Modena, 19 settembre 2010
Heinrich Böll, Assedio preventivo, 1979
«Certo che lo è - anche Veronica è fedele. Questo è la cosa terribile in loro, questo le mette tutte in questa situazione disperata. Non possono lasciare, non possono desistere. E se Sabine fosse soltanto stata infedele a Fischer non soffrirebbe così - lo considererebbe un passo falso, si confesserebbe - e via. In fondo è anche fedele a se stessa... non può uscire dalla propria pelle e adesso è fedele all’altro. È il tipo che si lascia spezzare il cuore per fedeltà - se soltanto sapessi chi è - lei dice che vuole lavorare, vivere in qualche posto nell'anonimato, e lavorare...»
Vitaliano Trevisan, I quindicimila passi, 2002
Patricia Highsmith, Quando a Mobile sbarcò la flotta, 1970
Olga Tokarczuk, Guida il tuo carro sulle ossa dei morti, 2009
Richard Yates, Revolutionary Road, 1961
Enzo Fileno Carabba, Vite sognate del Vasari, 2021
Cormac McCarthy, Stella Maris, 2022
L'avete fatto?
No.
Cos'altro?
Sull'argomento?
Sì.
Molto probabilmente l'amore è di per sé un disturbo mentale.
È una battuta?
No.
Crede sia così?
Probabile. Forse no. A volte. La letteratura non è molto incoraggiante. L'esperienza nemmeno.
Uwe Johnson, Congetture su Jakob, 1959
Neige Sinno, Triste tigre, 2023
Agnes Heller, Biopolitica e libertà, 2003
David Markson, L'amante di Wittgenstein, 1988
Ciò che Robert Schumann fece fu risedersi al piano e suonare il brano da capo.
Daniela Ranieri, Stradario aggiornato di tutti i miei baci, 2021
Giulio Mozzi, Sono l’ultimo a scendere..., 30 marzo 2005
Guido Morselli, Dissipatio H.G., 1973
Uno degli scherzi dell'antropocentrismo: descrivere la fine della specie come implicante la morte della natura vegetale e animale, la fine stessa della Terra. La caduta dei cieli. Non esiste escatologia che non consideri la permanenza dell'uomo come essenziale alla permanenza delle cose. Si ammette che le cose possano cominciare prima, ma non che possano finire dopo di noi. Il vecchio Montaigne, sedicente agnostico, si schierava coi dogmatici, coi teologi: «Ainsi fera la mort des autres choses notre mort».
Andiamo, sapienti e presuntuosi, vi davate troppa importanza. Il mondo non è mai stato così vivo, come oggi che una certa razza di bipedi ha smesso di frequentarlo. Non è mai stato così pulito, luccicante, allegro.
Georges Simenon, Il dottor Bergeron, 1937
Ilaria Gaspari, La reputazione, 2024
Jim Baggott, Origini, 2015
Noi oggi naturalmente viviamo in comunità molto più numerose, addirittura in città con milioni di abitanti. Ma non è in questo senso che Dunbar usa il concetto di “comunità”: possiamo benissimo vivere e lavorare in mezzo a un gran numero di persone; ma quante ne conosciamo davvero (e quante ci stanno a cuore)? Quante persone consideriamo parte della nostra famiglia e della nostra cerchia di amicizie (compresi gli amici di Facebook)? E quante di queste sono mere conoscenze, con le quali non abbiamo alcuna autentica relazione? Nei loro studi, gli scienziati hanno spaziato su una gamma molto ampia di comunità diverse - antiche e moderne: continua a emergere il numero 150.
Alain-Fournier, Il grande Meaulnes, 1913
Filippo Tuena, Memoriali sul caso Schumann, 2015
Colette, Camera d'albergo, 1940
Poteva continuare, la buona Antoinette. Era meglio che ignorasse che una conflagrazione di coincidenze costituisce una sorta d'impegno, che esiste anche un trantran dell'imprevisto. Una congiuntura ci sembra unica perché non siamo tanto perspicaci da scoprire che essa, vestita a nuovo, si accompagna a un vecchio caso identico...
Iris Murdoch, Under the Net, 1954
Antonia Pozzi, Pudore, 1° febbraio 1933
ti piace
e tu me lo dici
sia pur solo con gli occhi
io mi spalanco
in un riso beato
ma tremo
come una mamma piccola giovane
che perfino arrossisce
se un passante le dice
che il suo bambino è bello.
Paul Guimard, Un concours de circostances, 1990
Due passeggeri di uno stesso treno, seduti l’uno di fronte all’altro nello stesso scompartimento, non fanno lo stesso viaggio. L’uno interpreta il paesaggio sulla base degli elementi che gli vengono incontro; elementi che l’altro vedrà un attimo dopo, da un’altra prospettiva, sotto un’altra luce, dunque diversi; o che non vedrà affatto se tra lui, osservatore in movimento, e l’oggetto osservato si frapporrà un qualunque ostacolo, per esempio un cavalcavia. Dal canto suo, il passeggero seduto in direzione opposta al senso di marcia scopre un universo che gli occhi del suo dirimpettaio ignoreranno. Somiglia tanto alla mia vita coniugale. Da vent’anni io e Isabelle ci muoviamo insieme nello spazio e nel tempo l’uno di fronte all’altra, più che fianco a fianco. Dubito che vediamo lo stesso paesaggio.
Elizabeth Von Arnim, Un incantevole aprile, 1921
Alexander Schnell, “Reportagen”, luglio 2018
Silvio D'Arzo, Casa d'altri, 1952
Julio Cortázar, Divertimento, 1949
Alessandro Broggi, Sì, 2024
Sulla loro base avevo fondato l'abitudine della mia identità e la storia della mia biografia, ma capisco ora che non c'è alcuna verità da difendere, ogni regola funziona soltanto all'interno del contesto per cui l'ho istituita e ogni pensiero termina per lasciare il posto a quello che lo segue: corrono verso il nulla, non hanno più bisogno della mia considerazione.